Sareste propensi a considerare un professore universitario di matematica una persona intelligente? Direi di si. E un Nobel per la letteratura? Probabilmente rispondereste si anche in questo caso.
Eppure il matematico può avere difficoltà a scrivere un testo articolato, così come il letterato può non essere in grado di risolvere un'equazione di secondo grado. Come è possibile? La risposta al quesito è stata data dal professor Howard Gardner, che ha elaborato la teoria delle intelligenze multiple. Secondo questa teoria, aggiornata più volte dallo stesso Gardner, esistono numerose intelligenze. Partiamo innanzitutto con una possibile definizione di intelligenza: secondo il vocabolario Treccani può essere definita come un "complesso di facoltà psichiche e mentali che consentono all’uomo di pensare, comprendere o spiegare i fatti o le azioni, elaborare modelli astratti della realtà, intendere e farsi intendere dagli altri, giudicare, e lo rendono capace sia di adattarsi a situazioni nuove, sia di modificare la situazione stessa quando questa presenta ostacoli all’adattamento".
Questa definizione, seppur non in modo specifico, racchiude tutte le tipologie di intelligenza individuate da Gardner: - Linguistica - Logico-Matematica - Spaziale - Musicale - Intrapersonale - Interpersonale - Naturalistica - Esistenziale - Corporeo-Cinestesica
Vi rimando ai classici testi disponibili anche in rete per approfondire il tutto.
L'ultima dell'elenco, che coinvolge numerose strutture del sistema nervoso, è particolarmente sviluppata in chiunque abbia un'ottima padronanza del proprio corpo, come per esempio i ginnasti. Quindi, se facessimo un test per l'intelligenza corporeo-cinestetica (che non ha nulla a che fare con la forza, la velocità, ecc..), Igor Cassina o Yuri Chechi otterrebbero un punteggio più alto di Albert Einstein.
L'uomo va considerato ovviamente nella sua totalità, ma il sistema scolastico italiano sembra ignorare quanto fin qui esposto; anziché aiutare bambini e ragazzi a scoprire quali sono le loro qualità, li obbliga a seguire schemi rigidi e li giudica in base a due o tre tipologie di intelletto.
Con una frase a lui attribuita, l'illustre dott. Einstein ci ricorda che "ognuno di noi è un genio. Ma se si giudica un pesce dalla sua abilità di arrampicarsi sugli alberi, lui passerà tutta la sua vita a credersi stupido".
Dott. Daicoro Principi - Chinesiologo
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