
Fa strano tornare a scrivere dopo tanto tempo, fa strano perché mi ero ripromesso in tempi non sospetti di focalizzarmi esclusivamente sul mio lavoro e di non pensare a tutto ciò che potesse distogliermi dal raggiungimento dei miei obiettivi primari:
Diventare un punto di riferimento locale per quanto riguardasse la Chinesiologia
Costruire un futuro solido alla mia azienda e di conseguenza dare serenità alla mia famiglia
Per 5 anni mi sono basato su questi due punti fondamentali e credo, anzi spero, di esserci riuscito.
Allora perché tornare a scrivere, a rivolgersi nuovamente ad altri Chinesiologi? Perché oggi siamo tutti chiamati ad affrontare una crisi senza precedenti, siamo tutti in balia delle onde, o meglio vogliamo esserlo.
In un momento storico a dir poco tragico, dove non siamo al sicuro neanche a casa nostra, dove da un momento all’altro potremmo cadere nella catastrofe sanitaria più assoluta e dove il 90% delle attività produttive di beni e servizi sono chiuse causa Covid-19 (non mi sentirete nominare un’altra volta né la parola Virus, ne Covid-19, ne Corona virus) e non sappiamo chi tra queste aziende avrà la forza economica e il sostegno finanziario per ripartire, dobbiamo sederci nelle nostre belle palestre chiuse, nei nostri studi bui e ragionare.
Il latte versato ormai, purtroppo, è caduto ed è andato bello che perduto, inutile pensare a cosa facevamo fino a due settimane fa e a rimuginare su quanto perso, inutile anche pensare di lasciarci andare allo sconforto e cedere al populismo e quindi essere grati o arrabbiati di poter avere un sussidio di 600€, che nel mio caso non basta neanche per pagare l’affitto, oppure dopo 4 respiri profondi per liberare il diaframma e per far uscire aria sporca che si trascina anche pensieri sporchi e negativi, meglio e più salutare ragionare su cosa fare per migliorare il nostro presente ed il nostro futuro e quindi su come far ripartire la giostra.
Io questa domanda me la sono posta tempo fa, precisamente quando si parlò per la prima volta di epidemia. Pensai immediatamente ai risvolti lavorativi che tutto ciò avrebbe causato e guarda un po’, dopo neanche un mese il nostro governo per una questione di contenimento del diffondersi del contagio ha ritenuto di dover sospendere tutte le attività, facendo l’unica cosa sensata che si poteva fare, cercare di evitare gli assembramenti.
Ci ho visto lungo? No, avevo paura, così come ho paura ogni giorno di vedere vanificati anni di lavoro e di sacrifici, così come ho paura di non poter più garantire i due punti sopra citati.
Allora che fare? Sconforto, panico, tristezza, delusione, rabbia, malinconia, sono tutte sensazioni che ho provato e che mi accompagnano dalle ore 6:30 del mattino, fino alle 3:00 di notte. Sono arrivato alla conclusione che c’è bisogno di una buona dose e di studiare approfonditamente l’intelligenza emotiva, ovvero cito: ” Quell’aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di riconoscere, utilizzare, comprendere e gestire in modo consapevole le proprie ed altrui emozioni.” Insomma bisogna catalizzare questa negatività, bisogna trasformarla in voglia di scoprire nuovi mercati e nuovi modi di fare business.
Bisogna prendere la parola CRISI e trasformarla nella parola OPPORTUNITÀ’
Se pensate che bastino queste quattro righe, allora vi sbagliate. Dovrete reinventarvi completamente proprio come sto facendo io, dovrete stare svegli le nottate intere a ragionare e a buttare giù idee su idee per compiere quello step evolutivo ad oggi necessario per ripartire e recuperare quanto perduto.
Passiamo ad dunque però (ebbene negli anni ho imparato ad essere meno prolisso, meno teorico, più pratico e pragmatico, in passato troppe parole al vento mi hanno procurato molti dolori).
Partiamo con alcune domande:
Chi di voi continua a lavorare da casa?
Chi di voi somministra lezioni a distanza?
E lo fate in live, o registrando video e poi mandandoli al cliente?
Vi approcciate ad una persona per volta o a dei gruppi?
Quali strumenti utilizzate?
Dove fate lezione?
Come queste, altre mille mila domande vorrei farvi, ma non è il tempo dei sondaggi, è il tempo della progettazione e della spinta verso nuovi scenari lavorativi
Prima di scendere nel dettaglio, cerchiamo di fare una piccola macro analisi della nostra situazione lavorativa nel breve/medio periodo.
Secondo voi tutto tornerà alla normalità nel breve periodo? Torneranno ad esserci tra poche settimane centri fitness super affollati e lezioni One-to-Many nel rapporto: 1 a 20? La risposta è, guarda un po’, NO. No perché l’unico modo per tornare ad una situazione tale è che si trovi un vaccino e dalle notizie che abbiamo ci vorrà molto tempo, circa un anno per averlo. E nel frattempo che faremo?
Sicuramente dovremo cambiare molte abitudini, come dicevo poc’anzi, il nostro lavoro sarà stravolto da tutto ciò e avremo difficoltà oggettive ad erogare i nostri servizi, quindi sarete concordi con me che conviene evolversi, diventare professionisti digitali, capaci di operare a distanza così come dal vivo e forse anche meglio.
Bene o male tutti noi ci siamo cimentati in video chiamate con gli strumenti più disparati quali WhatsApp, Google Duo, Skype e l’abbiamo sperimentato con uno, due, tre clienti insieme che seguendoci da casa continuano ad allenarsi e a avere la propria dose di attività motoria specifica settimanale. Basta tutto ciò? Onestamente basta? Per me no, non può che essere il preludio a qualcosa di più grande, di più organizzato e standardizzato su una qualità alta, altissima. Non parlo di qualità video, parlo di qualità esperienziale, ovvero il feedback estremamente positivo che il nostro cliente ci da’ dopo la migliore lezione di sempre, replicato in remoto, a distanza. Come fare tutto ciò?
E’ questo il punto, è questa la sfida. Nei prossimi giorni faremo il punto della situazione per ogni aspetto divenuto indispensabile, come:
attrezzatura
piattaforme
privacy,
connessione,
contenuti,
metodologia di lavoro a distanza,
fatturazione,
pagamenti,
tracciabilità,
registrazione video,
assicurazione professionale
co-marketing
Elencheremo lo standard attuale e creeremo il nostro gold standard, ovvero come un chinesiologo deve approcciarsi alla nuova era digitale iniziata tra l’altro nel peggiore dei modi, senza una naturale evoluzione, ma con delle privazioni.
Antonio Moliterno
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