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Dimagrimento e Bioimpedenziometria



Perdere peso o dimagrire


Si fa presto a dire: “ho perso peso!”. Questo perché non sappiamo realmente cosa sia stato perso: massa magra, massa grassa o muscolo? La semplice, ma sostanziale differenza, sta nel fatto che la perdita di peso è da intendersi come un calo del peso corporeo, indipendentemente dal compartimento che decrementa. Con dimagrimento invece, ci riferiamo esclusivamente ad una perdita di tessuto adiposo, quindi della nostra “ciccia”, con l’obiettivo di preservare od incrementare la massa muscolare del nostro cliente. Seppur banale, questo aspetto è di fondamentale importanza per apprezzare al meglio quanto verrà spiegato dopo. Dobbiamo quindi immaginare di rivestire un ruolo duplice nella lettura di questo articolo: cliente e trainer. Perché questa necessità? Ciò deriva dal fatto che spesso i nostri clienti non distinguono sino in fondo la differenza tra perdita di peso e dimagrimento e quindi è nostro compito, entrare in sintonia con loro e cercare di spiegare con estrema semplicità le differenze sopra descritte. Rientrando invece nei nostri panni da trainer professionisti, abbiamo l’arduo compito, non solo di far comprendere al cliente ciò che apparentemente è uguale (perdita di peso vs. dimagrimento) ma anche di capire effettivamente se il programma di lavoro ipotizzato per il nostro cliente o atleta, stia realmente sortendo l’effetto desiderato. Come valutare quindi la composizione corporea? Come distinguere una perdita di peso da un dimagrimento vero e proprio? Scopriamolo insieme…


La BIA: parametri ed utilizzo

Una metodica utile per analizzare la composizione corporea è la bioimpedenziometria. Gli analizzatori di bioimpedenza si dimostrano precisi nella valutazione dei fluidi corporei e nella stima accurata della massa muscolare e della massa grassa. La recente bibliografia scientifica mostra come ci siano formule specifiche sia per atleti che per la popolazione fitness (Campa F., et al., 2019). A supporto del professionista, il grafo Biavector Rz-Xc, ovvero l’analisi vettoriale di composizione corporea (BIVA), offre uno schema interpretativo aggiuntivo piuttosto rapido ed intuitivo sullo stato idrico e nutrizionale del soggetto. Come una bussola, è infatti possibile interpretare le variazioni relative alle misure dirette di resistenza (Rz) e reattanza (Xc), parametri attraverso i quali si ottengono informazioni sul contenuto di fluidi corporei, la loro suddivisione tra ambiente intra ed extracellulare e sulla massa cellulare metabolicamente attiva. Semplificando, la resistenza è un valore bioelettrico inversamente proporzionale al volume dei fluidi, mentre la reattanza è direttamente proporzionale alla densità cellulare nei fluidi.


Nell’ottica del dimagrimento, core del nostro capitolo, oltre la valutazione delle misure vettoriali di Rz e Xc, è indispensabile introdurre più nel dettaglio il concetto di tessuto adiposo da dover perdere, e massa muscolare da dover preservare/aumentare. La Massa Grassa, identificabile come la nostra “ciccia”, potrebbe essere un’ottima fonte di energia per i muscoli. Esistono delle soglie fisiologiche per la quantità di tessuto adiposo, rispettivamente differenti tra uomini e donne. Nello specifico, per l’uomo dovremmo avere una percentuale pari a circa il 15/18% del peso corporeo, mentre nelle donne il 18-25%. In media potremmo affermare che un soggetto fitness debba avere un valore di massa grassa tra il 15-22%, non dimenticando mai di contestualizzare i dati sull'età del soggetto.


Il muscolo invece, identificabile come Massa Muscolare Scheletrica è strettamente correlato con lo stato di salute del soggetto, essendo esso coinvolto in molti processi collegati alla fisiologia: dalla nutrizione ai trattamenti medici, senza tralasciare l’aspetto legato alla prevenzione delle malattie. Biologicamente, il muscolo comprende un compartimento cellulare (BCM) costituito da miotici e cellule connettivali ed un compartimento extracellulare (fluidi interstiziali). In termini percentuali, così come visto precedentemente per il tessuto adiposo, questo compartimento dovrebbe rappresentare circa il 35-45% del peso, sino a raggiungere percentuali del 55-58% negli atleti.


In un dimagrimento quindi, come valutare il soggetto? Ogni quanto valutare il soggetto? Di seguito, attraverso un esempio pratico, andremo a far chiarezza.


Dalla teoria alla pratica

Ed eccoci giunti nella parte più interessante dell’articolo. Per comprendere al meglio gli esempi è necessario avere ben chiara la semplice ma essenziale distinzione tra muscolo e grasso e soprattutto come tradurre in dati allenanti l’analisi di composizione corporea.

Porteremo quindi alla vostra attenzione un caso di dimagrimento, una vera perdita di tessuto adiposo. Il soggetto in questione, maschio, 39enne, è alto 177 cm e pesa 88 kg. Svolge un lavoro sedentario ed è disposto ad allenarsi con costanza 2 volte a settimana. Senza entrate nel merito dell’alimentazione, focalizziamoci sull’aspetto allenante. Da una prima analisi vettoriale, supportata dalle stime numeriche, e dai grafici Hydragram e Nutrigram, si denota come il soggetto abbia una discreta massa muscolare ed un’elevata quantità di tessuto adiposo.


Come impostare l’allenamento in questo soggetto? Un programma misto, per un principiante, composto da 2 sessioni da 60’-75’ ciascuna. In entrambe un riscaldamento globale con simulatori aerobici al 60% della FCmax, successivamente lavoro di mobilità specifico ed un lavoro total body composto in media da 3 serie da 8-12 ripetizioni per i principali gruppi muscolari, con un recupero completo. Al termine della sessione qualche minuto di cardio lungo-lento per non trascurare l’aspetto cardiovascolare. Dopo 6 settimane di allenamento, il peso corporeo è diminuito di 1.5 kg. Più nel dettaglio, si registra un calo del tessuto adiposo ed un mantenimento della massa muscolare.



Visti i risultati ottenuti, decidiamo di riprogrammare le successive 12 sedute, in 6 settimane. In primis, la scelta è ricaduta su un leggero aumento dell’intensità, mantenendo costanti i volumi d’allenamento in termini di tempo impiegato settimanalmente. Pur restando invariate le serie e le ripetizioni, abbiamo optato per un aumento del carico utilizzato, richiedendo al soggetto di allenarsi con carichi superiori rispetto al precedente mesociclo. In merito all’allenamento aerobico, abbiamo optato per un riscaldamento di 6’-8’ ad inizio seduta, seguiti da 10’ di allenamento ad alta intensità. Al termine della sessione, esercizi specifici di stretching e respirazione. Nel follow-up riscontriamo ancora un decremento del tessuto adiposo ed una leggera perdita di massa muscolare. Il peso corporeo è 83.5 kg.


Negli anni, purtroppo, la BIA è stata poco utilizzata nel mondo del fitness e dello sport, ritendendola uno strumento utile solo nella clinica. Questo accadeva soprattutto per due motivi: il primo è che, dal punto di vista scientifico, non vi erano effettivamente delle forti evidenze; il secondo, a prescindere dalla bibliografia scientifica, è frutto di un pregiudizio che porta a screditare una metodica quando non la si conosce. Recentemente, come descritto precedentemente, la bibliografia scientifica in ambito sportivo ha reso giustizia all’analisi di composizione corporea, mostrando dati interessanti e utili sul campo. Le ricerche ritengono la metodica utile ed in questo specifico esempio abbiamo mostrato come l’inquadramento del soggetto ed il monitoraggio dei dati sia fondamentale per un percorso volto al dimagrimento.

Riassumendo, al netto degli studi scientifici che hanno affermato la metodica in campo patologico, sportivo e salutistico, noi stessi andiamo in ritiro con squadre professionistiche per monitorare la composizione corporea degli atleti e fornire dati utili per la performance, così come di norma utilizziamo il sensore per “aggiustare il tiro” in un processo di dimagrimento corretto o di remise en forme a 360°. È compito del trainer professionista saper adoperare le misure e le stime restituite dal sensore per ottenere dati allenanti, affinché si possa realmente raggiungere il risultato attraverso una programmazione d’allenamento personalizzata. Ovviamente, sono la formazione e l’esperienza le variabili che permettono di diventare sempre più abili nella strutturazione di una programmazione d’allenamento. Ma questa è un’altra storia, che vi racconteremo strada facendo. Alla prossima BIA.


Prof. Massimiliano Mazzilli – Co-founder Dolikos, Laurea Magistrale in Scienze Motorie Prof. Stefano Zambelli - Co-founder Dolikos, Laurea Magistrale in Scienze Motorie



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